I Vibratori Jelly Cosa Sono e Perché Sono Così Apprezzati
L’autoerotismo è uno dei concetti base della vita sessuale di ogni individuo. L’autoerotismo maschile nel tempo è stato ampiamente sdoganato ed è diventata quasi una tematica comune, al contrario la masturbazione femminile non è riuscita a raggiugere lo stesso grado di emancipazione. Ancora oggi l’autoerotismo femminile è visto come un qualcosa di sbagliato e provocatorio, che viene fatta con l’intenzione di diminuire la virilità dell’uomo, anche se in realtà lo scopo che si prefigge è quello di aumentare il piacere della donna. Fortunatamente però la scienza da ragione al “sesso debole” affermando che darsi piacere in modo autonomo non solo diminuisce lo stress, ma aumenta il rilascio di endorfine e migliora la qualità del sonno. È proprio con questo scopo che alla fine dell’800 viene progettato e messo in commercio il primo esemplare di vibratore, nato come cura per una “malattia” molto diffusa all’epoca: l’isteria.
Perché Jelly?
Nel corso del tempo le tipologie di vibratori si sono differenziate e sono diventate sempre più sofisticate. Diverse grandezze e spessori, diversi materiali di costruzione e perfino diverse potenze di vibrazione hanno fatto si che esistessero veramente vibratori per tutti i gusti.
Fra le tipologie più apprezzate ci sono i vibratori Jelly. Il nome deriva dal fatto che la loro superficie non è particolarmente rigida, ma al contrario ricorda la consistenza di una gelatina, in inglese jelly appunto. Solitamente i materiali utilizzati nella costruzione di questi giocattolini erotici sono alcune varietà di plastica. Il PVC e il TRP risultano essere le più quotate, tuttavia sono molto diffusi anche quelli in silicone.
Se non lavorata bene e seguendo i giusti standard la plastica è un materiale facilmente deteriorabile. Per questo motivo dovendo utilizzarli in parti del corpo intime e molto delicate, la qualità del prodotto che si va ad acquistare deve essere fondamentale. Nelle plastiche infatti è possibile che siano presenti dei residui di ftalati, una sostanza utilizzata nella lavorazione della plastica che risulta essere tossica per l’essere umano (in questo caso soprattutto per la donna) e che può causare irritazioni della pelle o eruzioni cutanee. Per questo motivo è necessario assicurarsi di stare acquistando un prodotto di alta qualità. Meglio ancora se nella descrizione del prodotto è specificato che il materiale è sicuro.
Forme e design dei vibratori Jelly
Il fatto che un vibratore rientri nella categoria Jelly non ne determina la forma ma solamente la consistenza, e ovviamente il materiale di costruzione.
Per questo motivo il design dei vibratori Jelly può essere piuttosto vario. Al semplice vibratore dalla forma fallica destinato principalmente alla penetrazione si affiancano anche quelli dalle forme un po’ più complesse che includono anche la stimolazione clitoridea, per raggiungere la destinazione Piacere viaggiando in prima classe. Solitamente la gomma o la plastica sono lavorate in modo da ottenere una sensazione il più realistica possibile. Al contrario di altri materiali quali il freddo metallo o il vetro le plastiche utilizzate nei vibratori Jelly ricordano molto la sensazione del contatto con la pelle umana, con l’unica differenza che sarete voi a dettare legge.
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